Nel settore bellezza, benessere e cura della persona, spesso risulta difficile incrociare esigenze e richieste degli utenti con le possibilità di realizzarle concretamente. Inseguire “disperatamente” il risultato e quindi fissare l’obbiettivo, a volte fa perdere di vista il percorso. Infatti si fa spesso confusione tra specializzazioni e limiti di competenza tra le varie professioni. Un esempio lampante è la differenza tra medico estetico e chirurgo estetico, non sempre netta e chiara. Inoltre ci sono altre figure collaterali o intermedie che operano in sinergia o in maniera complementare. Oggi cercheremo di sciogliere i dubbi e dare qualche risposta in più.
Criterio di priorità e motivazione
Un dettaglio importante nella differenza tra medico estetico e chirurgo estetico è il percorso di studi. Attualmente in Italia non esiste una laurea per medico estetico. Serve dunque una laurea in Medicina e Chirurgia, e poi una formazione specifica. La durata (in mesi o anni) o la tipologia (corso o master), dipende dall’ente che lo eroga e dallo scopo finale. Quando si tratta di cambiare o migliorare la propria immagine allo specchio, la tentazione è rivolgersi a “chiunque” possa fare qualcosa, il più rapidamente possibile.
Tuttavia, per orientarsi si comincia dal criterio di priorità e motivazione. Ad esempio, se si nota un “neo sospetto”, c’è da interpellare il dermatologo. Soltanto dopo aver escluso una patologia, si passa eventualmente ad altri specialisti. A volte è lo stesso dermatologo a indicare la direzione, precisando se ci sono precauzioni o controindicazioni di cui tenere conto. Questo discorso è funzionale per parlare della differenza tra medico estetico e chirurgo estetico. Un melanoma è una malattia, come tale va trattata e ha la priorità. Rughe o macchie della pelle sono invece inestetismi.
L’invasività nella differenza tra medico e estetico e chirurgo estetico
Altro fattore per marcare la differenza tra medico estetico e chirurgo estetico è l’invasività delle procedure.
Il primo impiega tecniche e tecnologie rivitalizzanti e biostimolanti che contrastano l’invecchiamento e migliorano l’aspetto fisico. Questi trattamenti sono indolore, non sono aggressivi o permanenti. Vanno inoltre ripetuti nel tempo a scopo di mantenimento.
Il secondo utilizza il bisturi, e agisce direttamente su difetti o malformazioni importanti che non trovano rimedio con altre soluzioni. Le opzioni comprendono operazioni plastiche o ricostruttive, in base all’entità del problema. Gli interventi sono incisivi, irreversibili, richiedono anestesia, tempi di recupero più o meno lunghi, trattamento farmacologico e implicano maggiori rischi.
Trattamenti di competenza del medico estetico e del chirurgo
Chiarita la differenza tra medico estetico e chirurgo estetico, sotto aspetti concettuali e tecnici, entriamo nel dettaglio di quali sono i trattamenti di competenza dell’uno e dell’altro.
Il medico estetico di norma può erogare prestazioni come: procedure con laser (per vene varicose, macchie, tatuaggi, rughe, cicatrici), filler, mesoterapia, radiofrequenza ablativa, non ablativa o frazionata, iniezioni di botulino, criolipolisi, linfodrenaggio.
Il chirurgo estetico può invece effettuare: liposuzione, rinoplastica, addominoplastica, blefaroplastica, trapianto di capelli, lifting viso, mastoplastica additiva o riduttiva.
Con la grande richiesta nel settore, di frequente alcuni operatori tendono a proporsi in ambiti che esulano dal loro campo di appartenenza. Meglio dunque informarsi, ed esigere tutte le garanzie del caso prima di qualsiasi decisione.