Lavoro e divertimento sembrerebbero attività scollegate tra loro, se non addirittura opposte. Un “lavoro divertente” potrebbe quindi tranquillamente essere un ossimoro. Anche dal punto di vista linguistico e culturale, gli indizi portano in quella direzione. Infatti, in molti dialetti italiani, la parola lavoro si traduce con “fatica” o “travaglio”. Anche in lingua straniera, tra eredità e contaminazioni storiche, la situazione resta la stessa. Dunque, dal francese “travail”, passando per lo spagnolo “trabajo”, fino all’inglese “work”, l’origine etimologica porta a termini che evocano lo sforzo, il dolore, addirittura la tortura. Lavoro e divertimento restano quindi confinati negli spazi del vecchio motto: prima il dovere poi il piacere? Forse no, e vediamo adesso il perché.
Cambiare le regole “col” gioco
Per la Generazione Z (dai 18 ai 24 anni) e per i Millenials (dai 25 ai 35 anni), lavoro e divertimento sono legati, anzi, sono complementari. Queste fasce anagrafiche di risorse umane, hanno pure dato origine al Job Hopping, cioè alla tendenza a cambiare spesso lavoro. Quindi, un ambiente professionale che “si prende troppo sul serio”, è motivo di dimissioni.
Non a caso, sempre gli stessi, sono i protagonisti del fenomeno denominato Great resignation. In pratica, l’equilibrio tra vita privata e professionale è più importante dello stipendio o della carriera. C’è chi semplifica il discorso e accusa i giovani di annoiarsi subito o di essere refrattari al sacrificio. Tuttavia questo atteggiamento non è un capriccio. Si tratta solo aver compreso che lavoro e divertimento non solo possono coesistere, ma devono farlo, per il bene del singolo e dell’organizzazione di cui fa parte.
Dallo smart working al fun working
Un ambiente di lavoro piacevole e più leggero è fondamentale per il benessere, e anche per la produttività. Infatti: riduce lo stress, incrementa le performance, stimola la collaborazione e previene il fenomeno del burnout. Ciò non vuol dire andare in ufficio con il naso da clown o raccontare barzellette tutto il giorno. Unire lavoro e divertimento è la sintesi del Job Crafting, cioè rendere le proprie mansioni meno gravose e più interessanti. Si parla tanto di smart working, forse questa è l’era del fun working.
Come unire lavoro e divertimento
Veniamo ora a qualche strategia e consiglio pratico per unire lavoro e divertimento.
Confrontarsi. Un brainstorming tra colleghi è un buon modo per scambiarsi idee e proposte per apportare cambiamenti utili e funzionali nei contesti troppo “rigidi”. Le intuizioni di ciascuno possono diventare un beneficio per tutti. Ciò aumenta anche la percezione di coinvolgimento.
Personalizzare. Ogni spazio individuale può diventare un’estensione del proprio carattere. Un piccolo canestro in ufficio? Perché no? Oppure basta anche solo arredare la scrivania. Si cerca sempre di tenere separati l’ambito professionale da quello personale, ed è giusto. Anche se servono confini, la vita non è mai a compartimenti stagni. Più che di separazione meglio quindi parlare di equilibrio, di worklife balance. In questo modo si arricchisce ogni aspetto e contesto.
Partecipare. Lavoro e divertimento possono pure convivere in momenti diversi. Ad esempio si possono organizzare attività di gruppo, per sviluppare conoscenza e spirito di squadra.
Incentivare. Spesso si svolgono faticose attività di volontariato, a titolo gratuito, ma con grande soddisfazione personale. Valorizzare il merito è un potente stimolo per la motivazione.